Tecnica anni '50. La benzina, come tutti i carburanti, per bruciare ha bisogno di un elemento comburente: l'ossigeno, normalmente fornito dall'aria. Per ottenere maggior potenza da un motore ci sono due modi:lo sfruttamento dell'energia nei gas di scarico (i motori Turbo compound) o la sovralimentazione.
Mentre l'addizione di un turbo (o un compresore volmetrico) viene chiamata "sovralimentazione meccanica", quella col protossido d'azoto od altra sostanza ossidante viene definita "sovralimentazione chimica". Adducendo l'ossigeno proveniente dal protossido d'azoto all'aria (e incrementando di conseguenza la portata di combustibile), è possibile ottenere potenze sensibilmente maggiori rispetto all'utilizzo della sola aria. La sovralimentazione chimica aumenta le prestazioni di un veicolo di serie nei limiti degli stress meccanici e termici sopportabili dal propulsore, la tecnica fu impiegata durante la seconda guerra mondiale per aumentare la potenza dei motori degli aerei, soprattutto da parte della Luftwaffe, il cui carburante era mediamente peggiore - in termini di numero di ottano - di quello in dotazione alle forze aeree degli Alleati, e per compensare la carenza di ossigeno in alta quota, a bassa quota si usava invece l’iniezione d’acqua, ma questa è una tecnica differente.
Comunque è da notare che miscele particolari di carburanti si sono sempre usati, il vantaggio di benzina e diesel sta nella loro stabilità e trasportabilità.
Nelle competizioni automobilistiche odierne l'ossido di diazoto, più noto in questo contesto come "protossido di azoto" o semplicemente “nos”, è iniettato nel carburatore o immediatamente a monte di esso per aumentare le capacità respiratorie del motore. Benché di per sé non sia infiammabile, decomponendosi ad alta temperatura fornisce più ossigeno dell'aria, consentendo al motore di bruciare una miscela più ricca di comburente. Inoltre, essendo stoccato in forma liquida, la sua evaporazione nel carburatore provoca un abbassamento della temperatura: questo rende la miscela carburante-comburente più densa e riduce la detonazione. Solitamente viene inserito in bombole di forma cilindrica comandate da una elettrovalvola che permette l'afflusso del gas a monte del carburatore attraverso l'azionamento di un apposito interruttore. È illegale utilizzarlo come sovralimentatore chimico per motori su auto stradali.
Mentre l'addizione di un turbo (o un compresore volmetrico) viene chiamata "sovralimentazione meccanica", quella col protossido d'azoto od altra sostanza ossidante viene definita "sovralimentazione chimica". Adducendo l'ossigeno proveniente dal protossido d'azoto all'aria (e incrementando di conseguenza la portata di combustibile), è possibile ottenere potenze sensibilmente maggiori rispetto all'utilizzo della sola aria. La sovralimentazione chimica aumenta le prestazioni di un veicolo di serie nei limiti degli stress meccanici e termici sopportabili dal propulsore, la tecnica fu impiegata durante la seconda guerra mondiale per aumentare la potenza dei motori degli aerei, soprattutto da parte della Luftwaffe, il cui carburante era mediamente peggiore - in termini di numero di ottano - di quello in dotazione alle forze aeree degli Alleati, e per compensare la carenza di ossigeno in alta quota, a bassa quota si usava invece l’iniezione d’acqua, ma questa è una tecnica differente.
Comunque è da notare che miscele particolari di carburanti si sono sempre usati, il vantaggio di benzina e diesel sta nella loro stabilità e trasportabilità.
Nelle competizioni automobilistiche odierne l'ossido di diazoto, più noto in questo contesto come "protossido di azoto" o semplicemente “nos”, è iniettato nel carburatore o immediatamente a monte di esso per aumentare le capacità respiratorie del motore. Benché di per sé non sia infiammabile, decomponendosi ad alta temperatura fornisce più ossigeno dell'aria, consentendo al motore di bruciare una miscela più ricca di comburente. Inoltre, essendo stoccato in forma liquida, la sua evaporazione nel carburatore provoca un abbassamento della temperatura: questo rende la miscela carburante-comburente più densa e riduce la detonazione. Solitamente viene inserito in bombole di forma cilindrica comandate da una elettrovalvola che permette l'afflusso del gas a monte del carburatore attraverso l'azionamento di un apposito interruttore. È illegale utilizzarlo come sovralimentatore chimico per motori su auto stradali.
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